Psicologo Psicoterapeuta per disturbo post traumatico da stress
Negli ultimi anni la presenza del disturbo post-traumatico da stress (PTSD) nella popolazione è stata riscontrata in misura molto maggiore di quanto non lo fosse in passato e rientra nella sezione dei disturbi d’ansia.
Il PTSD fa riferimento alla sofferenza e al dolore che un soggetto prova in seguito ad un evento traumatico, catastrofico o violento. Indipendentemente dall’evento che provoca l’insorgenza di tale disturbo, c’è un disagio clinicamente significativo o una compromissione delle interazioni sociali, dei rapporti lavorativi o altre importanti aree di funzionamento di una persona.
Criteri diagnostici
A. La persona è stata esposta ad un evento traumatico nel quale erano presenti entrambe le caratteristiche seguenti:
1) la persona ha vissuto, ha assistito o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia dell’integrità fisica propria o di altri.
2) La risposta della persona comprendeva paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore. Nei bambini questo può essere espresso con comportamento disorganizzato o agitato.
B. L’evento traumatico viene rivissuto persistentemente in uno (o più) dei seguenti modi:
1) ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi dell’evento, che comprendono immagini, pensieri, o percezioni. Nei bambini piccoli si possono manifestare giochi ripetitivi in cui vengono espressi temi o aspetti riguardanti il trauma.
2) sogni spiacevoli ricorrenti dell’evento. Nei bambini possono essere presenti sogni spaventosi senza un contenuto riconoscibile.
3) agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripresentando (ciò include sensazioni di rivivere l’esperienza, illusioni, allucinazioni, ed episodi dissociativi di flashback, compresi quelli ch si manifestano al risveglio o in stato di intossicazione. Nei bambini possono manifestarsi rappresentazioni ripetitive specifiche del trauma.
4) disagio psicologico intenso all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico.
5) reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico.
C. Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale (non presenti prima del trauma),
1) Sforzi per evitare pensieri, sensazioni, o conversazioni associate con il trauma
2) Sforzi per evitare attività, luoghi o persone che evocano ricordi del trauma
3) Incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma
4) Riduzione marcata dell’interesse o della partecipazione ad attività significative
5) Sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri
6) Affettività ridotta (per es. incapacità di provare sentimenti di amore)
7) Sentimenti di diminuzione delle prospettive future (per es. aspettarsi di non poter avere una carriera, un matrimonio o dei figli o una normale durata della vita)
D. Sintomi persistenti di un aumentato arousal (non presenti prima del trauma), come indicato da almeno due dei seguenti elementi:
1) Difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno
2) Irritabilità o scoppi di collera
3) Difficoltà a concentrarsi
4) Ipervigilanza
5) Esagerata risposta di allarme
E. La durata del disturbo è superiore a 1 mese
F. Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.
Fattori predittivi e di mantenimento
Diversi studi hanno focalizzato l’attenzione sulla gravità del trauma, sulle variabili psicologici e sociali precedenti il trauma e sulla risposta emotiva durante il trauma. Un fattore molto importante relativo alla gravità del trauma consiste nella persistenza di problemi di natura medica, la persistenza del DPTS è correlata con la presenza di continui disturbi fisici.
Per quanto concerne i possibili fattori psicologici di mantenimento del DPTS, vari studi dimostrano che il modo in cui vengono interpretati i ricordi intrusivi degli eventi traumatici è fondamentale; alcuni soggetti ritengono normale la presenza di ricordi intrusivi dopo un trauma per poter arrivare alla soluzione del problema, mentre, altri soggetti lo interpreta negativamente.
Trattamento
La terapia cognitivo-comportamentale risulta essere la più efficace per il trattamento di questo disturbo.
La terapia cognitiva (identificazione e valutazione dei pensieri negativi automatici, problem solving, ristrutturazione cognitiva, tecniche di gestione dell’ansia) va ad agire sul pensiero negativo con l’obiettivo di sostituire i pensieri disfunzionali con quelli più funzionali e pone l’attenzione sulle aspettative, sull’interpretazione e sui significati dell’esperienza negativa.
La terapia comportamentale (esposizione in immaginazione e in vivo) va ad agire sui sintomi da DPTS quali l’evitamento e i sintomi depressivi, in questo modo il soggetto impara a rapportarsi all’evento in modo differente. I pazienti con DPTS sono terrorizzati dal pensiero delle proprie esperienze traumatiche, attraverso l’esposizione immaginativa permette il confronto del paziente con i ricordi negativi.
La Dott.ssa Psicologo e Psicoterapeuta Lenoci, esperta nel campo della psicoterapia del disturbo post traumatico da stress vi invita a fissare un incontro presso il suo studio all'Eur a Roma.