La psicoterapia cognitivo-comportamentale si basa sul cosiddetto “Modello ABC” che nasce dai primi lavori di Albert Ellis come schema per comprendere sinteticamente sia la condotta del soggetto sia il problema critico.
In sostanza, si intende per:
A (antecedence) gli antecedenti, il fatto concreto, oggettivo, la situazione alla quale l’individuo reagisce, si confronta e valuta. La condizione in cui il soggetto si trova precedentemente all’insorgere del comportamento problematico.
B (belief) rappresenta la credenza, cognizioni automatiche, valutazioni, assunzioni personali, schemi personali ed atteggiamenti profondi in seguito alle quali si produce il comportamento problematico.
C (consequence) si definiscono le reazioni emotive e comportamentali; le emozioni, i sentimenti e i comportamenti che seguono ciò che accade in B, dato un certo A.
Il fine ultimo del terapeuta consiste nel ridurre notevolmente il comportamento di evitamento, agevolare una ristrutturazione cognitiva attraverso prese di coscienza, consentendo al paziente di sviluppare capacità di coping, ovvero l’abilità di far fronte a determinati problemi.
Tale processo può prevedere:
- Ristrutturare credenze “false” o autolesionistiche
- Sviluppare l’abilità di parlare a sé stessi in modo positivo (self-talk positivo)
- Sviluppare la capacità di sostituzione di pensieri negativi
- Fornire conoscenze specifiche al paziente che lo aiuteranno a fronteggiare le situazioni
Per raggiungere questi obiettivi, una delle tecniche principali consiste nell’esposizione sistematica del paziente alla situazione temuta, per comprenderla ed indagarla meglio direttamente “sul campo”. Più eventuali compiti a casa che il soggetto può svolgere a casa e che fanno parte integrante della terapia.